Tanti spunti positivi dopo il derby in notturna dello Iacovone, per una Virtus Francavilla che, in un turno sulla carta difficilissimo, esce indenne da Taranto ed anzi, ai punti, va molto più vicina al successo rispetto all’avversario e dà lezione di gioco per larghissimi tratti del match.
Nonostante le assenze di Perez, Enyan, Carella e, a sorpresa, di Miceli, il Francavilla scende in campo a Taranto col chiaro intento di fare la partita e di vincerla: l’atteggiamento, il fraseggio, le trame sono quelli giusti, mancherà alla fine il guizzo in area e nell’ultimo passaggio per trovare la rete. Taurino ormai non rinuncia ai due elementi offensivi in appoggio a Patierno (Maiorino e Mastropietro, due tarantini doc), più Prezioso in mediana al fianco di Toscano. All’apparente minor densità in mezzo al campo rispetto al 3-5-2 si sopperisce con il costante supporto di Maiorino e Mastropietro a Toscano e Prezioso, formando un quadrilatero molto stretto che si trova a meraviglia nel palleggio, nel fraseggio corto e quasi sempre di prima, cercando appena possibile la profondità per Patierno. Insomma, dopo l’avvio arrembante ed aggressivo del Taranto che mette i brividi con Giovinco (attentissimo Nobile all’angolino), la Virtus cresce sorniona, imbrigliando gli jonici in quella fitta rete di fraseggi e possesso palla insistito e prolungato, impedendo all’avversario di giocare ma anche di ragionare. Per lunghi tratti ogni pallone sembra scottare tra i piedi dei padroni di casa, perché, quando non sono in possesso, i francavillesi pressano ossessivamente. Questa fitta trama di gioco si sviluppa principalmente per vie centrali, ed infatti saranno solo due i cross pericolosi, entrambi di Ingrosso per Patierno e Pierno per altrettante buone chance.
Maiorino su punizione chiamerà Chiorra al difficile intervento in tuffo, quindi, in avvio di ripresa, dopo l’ennesimo pallone rubato in attacco, serve un assist al bacio per Patierno che, dopo movimento in area da centravanti di razza, sfiora il palo col mancino a portiere battuto. Altra chance per Patierno, ben contrastato da Riccardi al momento del non facile tiro. Laterza si rende conto dell’inferiorità del suo centrocampo a 2 ed allora inserisce Di Gennaro a dare maggior ordine, tranquillità e raziocinio in mediana. Il baricentro tarantino salirà finalmente di qualche metro, anche perché contemporaneamente affiora un pizzico di stanchezza in casa biancoceleste (in particolare in Maiorino e Mastropietro), ed è fisiologico dopo una 70ina di minuti a ritmi elevatissimi. In chiusura dell’interminabile recupero (infortunio muscolare occorso all’arbitro), e subito dopo la doppia ammonizione comminata a Delvino, la punizione susseguente di Marsili per poco non beffa Nobile rimbalzando senza alcuna deviazione e spegnendosi di poco a lato.
Sarebbe stato francamente un paradosso, per un Taranto che ha fatto troppo poco per vincere davanti al proprio pubblico, ma non per propri demeriti, bensì per merito di un Francavilla che ha imposto tempi, ritmi e gioco per lunghissimi tratti del match. Una prova da grande squadra, bella da vedere, forse persino troppo leziosa a tratti, a cui è mancato giusto l’ultimo punto esclamativo per timbrare i tre punti. E allora lasciano costernati, concedetecelo, quei (pochissimi, isolati) mugugni a fine gara da parte di qualcuno tra il pubblico. Inutile aggiungere che questa squadra, per quanto fatto finora, compreso allo Iacovone, va solo elogiata e ringraziata. Martedì c’è subito l’Avellino, per tentare l’ennesima impresa. Crediamoci, tutti compatti, sempre, perchè il bello deve ancora venire.