San Tommaso da Napoli, è lui il vero protagonista, artefice dell’ennesima impresa targata Virtus che conquista un altro scalpo prestigioso sul terreno della Nuovarredo Arena. Dopo Monopoli, Bari, Catanzaro, Avellino, tocca al Palermo di Silvio Baldini soccombere in terra francavillese, a completare la lista delle prime della graduatoria. Un Palermo giunto all’impegno più fresco e riposato, non avendo giocato il proprio turno infrasettimanale, turno in cui invece la Virtus, costretta a schierare sempre gli stessi uomini o quasi, date le assenze, aveva speso tutto contro l’Andria.
La maggior freschezza dei rosanero si nota soprattutto in apertura, e mai come in questa gara, va detto, la Virtus ha rischiato di non portare a casa l’intera posta. D’altronde, quando un portiere compie 7 parate, di cui almeno 4 decisive, c’è poco da dire: Nobile, ancor di più di quanto fatto contro l’Andria, imprime il suo marchio forte sui 3 punti, sopperendo ad una discreta dose di stanchezza fisiologica affiorata nei compagni. Il 4-2-3-1 del Palermo funziona, Luperini tra le linee è un’insidia costante e ad aiutare i siciliani ci pensano i biancocelesti, perdendo nel primo tempo almeno 6-7 palloni mortiferi che innescano altrettante azioni insidiose degli ospiti. Nobile salva in ben 4 occasioni nei primi 20 minuti, su Floriano, Brunori e due volte Valente, lasciando il pubblico stesso a bocca aperta. Poi, sulla prima vera azione manovrata, Patierno apre ottimamente a destra per Mastropietro, steso in area da Giron. Rigore ineccepibile, che Pasquale Maiorino trasforma tornando al gol dopo 2 mesi e mezzo. E’ qui che la Virtus potrebbe addirittura raddoppiare, col siluro di Maiorino da 30 metri a sfiorare il bersaglio e con il tiro tentato da Patierno da centrocampo bloccato da Pelagotti ma comunque indirizzato nello specchio.
Palermo pericolosissimo anche in avvio di ripresa, Nobile sarà ancora portentoso su Brunori, poi Patierno raccoglie l’assist di Pierno da destra e fulmina Pelagotti all’angolino con destro chirurgico di prima, un gesto da centravanti di razza. Quinto centro per il bitontino e curva in estasi. Baldini cambia, inserendo forze fresche e giovani, tra cui Silipo e Buttaro, abile a procurarsi il rigore per fallo di Idda, con qualche dubbio sulla posizione del terzino al momento dell’assist di Luperini. Ammonito Idda, ma non in precedenza Giron per fallo da rigore praticamente identico, e qui va segnalata una disparità di trattamento sui cartellini ad opera del signor Luciani: balzano agli occhi, in particolare, gli almeno 4 interventi da giallo su cui è graziato Luperini. Brunori comunque fa centro dal dischetto, rendendo la fase finale una battaglia epica, clima a cui contribuiscono acquazzone, lampi e tuoni. Nobile, manco a dirlo, salva ancora su Valente e sull’autorete rischiata da Tchetchoua, fino al fischio finale che libera il tripudio in campo e sugli spalti.
Sotto la curva l’abbraccio tra 11 eroi e un’intera città, che si identifica sempre più in una squadra che sta scrivendo pagine uniche ed indelebili di storia. Il derby di Bari sarà una festa, senza guardare assolutamente ai soli 6 punti di distanza dal primo posto occupato dai galletti, ma intanto sognare, finchè la sveglia non suona, sarà dolce, sarà irresistibile.